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Promozione, distribuzione, vendita

Come arrivare ai lettori

Un buon prodotto deve essere venduto, un buon libro deve essere letto.
Ecco dunque che, in parallelo con la sua lavorazione, inizia anche la promozione del libro, prima presso i librai, che dovranno essere convinti a prenotare copie dell'opera, poi verso biblioteche, scuole, enti di formazione che possono essere interessati all'acquisto o all'adozione.
Una volta pubblicato e distribuito nelle librerie, il libro sarà promosso attraverso pubblicità sui giornali, presentazioni del libro ad eventi, fiere, in televisione (solo per autori famosi!), pubblicità su siti internet, newsletter, ecc.
Questo è quello che avviene nell'editoria tradizionale, soprattutto nella case editrici più importanti. Ma non tutti gli editori lavorano così.
Tutto questo lavoro comporta il coinvolgimento di molte professionalità che, se pur poco (purtroppo) devono essere pagate.
E poi ci sono i costi di stampa. E la precentuale sul prezzo di copertina che trattengono distributori e librai (giustamente).
Ecco dunque che un trattamento del genere può riceverlo un libro che riesca a vendere molte, ma molte copie. E una casa editrice che vuole mantenere un certo livello di qualità.
In tutti gli altri casi, molti di questi passaggi di lavorazione saltano.
L'editing? Non serve.
La correzione di bozze? Si demanda allo stesso autore, tanto il responsabile di ciò che è scritto è lui (ma chi scrive un testo è la persona meno adatta ad individuare anche i più banali errori).
La copertina? Si usa uno schema standard.
L'impaginazione? Si fa fare a persone sottopagate (magari all'estero) che ignorano le norme editoriali.
Promozione e distribuzione? Il minimo indispensabile, che sia l'autore a darsi da fare per promuovere il suo libro!
Di fronte a una situazione di questo tipo, però, mi chiedo: che senso ha oggi il ruolo dell'editore?
 
(continua)