Giorgio De Cesario: 150 opere in mostra
“Poop Art”: Una provocazione estetica contro i paradossi del mercato dell’arte
Via Lepanto, 1
73014Gallipoli LE
Italia
“Conceptual Poop Art”, la nuova mostra di Giorgio De Cesario a cura di Emmanuel Mons delle Roche, vuole essere essenzialmente una provocazione estetica contro i paradossi del mercato dell’arte contemporanea, ma, nello stesso tempo, rappresenta un viaggio tra le sue 150 opere e i suoi personaggi con i volti in argilla in rilievo sulla tela. Non solo. Per la prima volta sono esposti al pubblico i suoi studi per la realizzazione di cravatte che riproducono particolari di famose opere d’arte. Invitati d’onore saranno infatti alcuni rappresentanti dell’industria tessile e di cravattifici italiani e stranieri.
La mostra si svolgerà presso la galleria permanente dell’artista ubicata ne La Casa degli Artisti di Gallipoli in via Lepanto 1. Sarà aperta al pubblico ogni giorno dal 2 agosto al 30 ottobre 2025 dalle ore 18 alle ore 20. Ingresso gratuito.
Noto per le sue opere policromatiche e fortemente identitarie, Giorgio De Cesario – artista e architetto salentino – ha sempre saputo coniugare la tradizione e l’innovazione, la materia e il simbolismo. I suoi iconici volti femminili in argilla incastonati su tela e impreziositi da orecchini veri, parlano di un’arte viva, sensuale, radicata nel territorio e al tempo stesso aperta alla critica sociale e culturale.
Con la sua nuova opera “Conceptual Poop Art”, De Cesario si inserisce con forza nel dibattito sull'autenticità e il valore dell’arte contemporanea, proponendo una dichiarata e caustica contestazione all’ormai celeberrima “Comedian” di Maurizio Cattelan – la banana incollata al muro con il nastro adesivo che ha fatto il giro del mondo.
Cattelan, con la sua trovata concettuale, ha catalizzato l’attenzione globale: venduta da Sotheby’s New York per 6,2 milioni di dollari al collezionista Justin Sun, la banana è infine stata mangiata dallo stesso acquirente, diventando simbolicamente (e fisicamente) escremento umano. È da questo gesto estremo – e, per molti, ridicolo – che prende forma la risposta di De Cesario.
L’opera
“Conceptual Poop Art” nasce come elaborazione critica dell’escremento di quella banana diventata simbolo di un mercato dell’arte sempre più autoreferenziale e grottesco. De Cesario prende ciò che resta – o meglio, ciò che ne deriva – e lo trasforma in arte vera, concreta, visibile, visitabile. Con ironia e lucidità, il maestro salentino ribalta la provocazione di Cattelan e la restituisce al pubblico come riflessione sulla decadenza culturale e sull’assurdità delle valutazioni speculative nel mondo dell’arte.
La sede e l’esposizione
L’opera è esposta in modo permanente presso La Casa degli Artisti di Gallipoli, la galleria dell’artista, che rappresenta da anni un punto di riferimento per l’arte contemporanea in Salento.
L’ingresso è gratuito e l’opera è visitabile tutti i giorni dalle ore 18:00 alle 20:00, offrendo al pubblico non solo la visione di un lavoro provocatorio, ma anche l’opportunità di confrontarsi con un pensiero critico che scava nel senso più profondo del “fare arte” oggi.
Il contesto critico
De Cesario non è un outsider qualsiasi. La sua opera è stata analizzata e apprezzata da alcuni tra i maggiori critici d’arte italiani, tra cui Philippe Daverio, Giorgio Di Genova, Luciano Caramel e Federico Zeri. Le sue creazioni non si fermano all’estetica, ma diventano narrazione sociale, antropologia visiva, denuncia politica. “Conceptual Poop Art” si inserisce in questa traiettoria: un’opera che è insieme oggetto, gesto e messaggio.
Maria Cristina Maritati
La Casa degli Artisti Residenza D’artista
Maschere, sentimenti e colore di Giorgio De Cesario
di Emmanuel Mons delle Roche
La felicità non è evidente, sembra che Giorgio De Cesario voglia dire. I personaggi sono bianchi fra armonie cromatiche molto belle. Inoltre, essi sono plasmati come se avessero delle maschere, ma neppure queste riescono a nascondere la loro inquietudine, la loro difficoltà di vivere.
Sono bianchi (senza colori, o di tutti i colori?) in un universo ricco di colori, forse perché l’artista lascia allo spettatore la libertà di scegliere il suo colore; inoltre l’apparenza dissocia questi esseri dalla realtà : non sono capaci di comprenderla, e si fabbricano una maschera (che non nasconde i loro sentimenti, lo ripeto).
Forse il loro spirito (dissociato dal corpo e dalla realtà esterna, cosa che spiega questi colli lunghi), è di una natura diversa dalla realtà “tangibile”.
Nel lavoro di De Cesario credo ci sia tutto questo. Soltanto il suo autoritratto è differente: egli è soltanto bianco e “oggettivo”; gli altri sono neri: sono quindi l’incognita perfetta. Ma forse mi sbaglio sulle sue intenzioni.
La libertà che lascia la sua arte implica ugualmente quella da sbagliarsi.
Ne sono, in ogni caso, sedotto.
Giorgio De Cesario e la sua innovativa tecnica in argilla sulla tela
Di Giorgio Di Genova Critico e storico dell’arte
Nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Giorgio De Cesario si distingue come un autentico sperimentatore del visivo, capace di coniugare la materia plastica con la bidimensionalità della pittura in una sintesi ardita e profondamente personale. Le sue opere pittorico-scultoree, esplosioni di colore su supporti spesso non convenzionali, rivelano un atteggiamento che potremmo definire neo-barocco, dove l’eccesso diventa linguaggio e la teatralità si fa contenuto. L’invenzione tecnica di De Cesario – l’integrazione di volti modellati in argilla direttamente sulla superficie della tela – rappresenta un punto di rottura rispetto ai tradizionali limiti della pittura e della scultura.
È una soluzione che oltrepassa le categorie canoniche, inserendosi in una dimensione di arte totale, in cui la materia corporea dialoga con quella cromatica in una tensione continua. I suoi volti emergono dalla superficie come apparizioni ieratiche, icone contemporanee sospese tra sacro e profano, tra l’umano e il mitico. I colori vividi e squillanti, stesi su fondi sperimentali – sabbie, tessuti grezzi, materiali riflettenti – conferiscono alle sue composizioni una forza visiva quasi ipnotica. La cromia non è mai decorativa ma sempre strutturale, pensata come veicolo emotivo e psicologico.
Le sue tele si impongono allo sguardo come apparizioni rituali, in cui la presenza tattile della scultura incontra la vibrazione ottica del colore. In un'epoca in cui l’arte tende spesso all’astrazione digitale o alla ripetizione sterile di formule post-concettuali, De Cesario sceglie la via più difficile: quella della materia viva, della manualità che si sporca le mani di terra e di colore. I suoi lavori ci ricordano che la contemporaneità può ancora passare per l’artigianato d’autore, per la ricerca formale che affonda le radici nella tradizione mediterranea ma che guarda, senza paura, al futuro.
Giorgio De Cesario non solo propone una poetica visiva riconoscibile, ma firma, con la sua tecnica innovativa dei volti in argilla su tela, una delle più originali e coerenti operazioni di linguaggio dell’arte italiana degli ultimi decenni.
Organizzazione
Organizzatore: Maria Cristina Maritati de La casa degli Artisti
via Lepanto, 1 Gallipoli
tel. 3332720348
A cura Di Emmanuel Mons Delle Roche.