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Se i farmaci devono andare a scuola guida

farmaci

Lo confesso: mi piacciono le serie di telefilm, e ho sempre la TV accesa mentre cucino, stiro o svolgo altre attività domestiche. Mi fa compagnia, mi diverte, ma a volte mi fa anche arrabbiare per la pessima qualità delle traduzioni.

1. Ma chi ti ha dato la patente?

Serie televisiva Doctor House Medical division.
Si parla di un nuovo farmaco ed ecco che il medico protagonista afferma che è stato "patentato" un nuovo farmaco che è una truffa; poiché stava per scadere la "patente" della vecchia versione, peraltro efficace, la casa farmaceutica ha aggiunto un eccipiente per poter "ripatentare" il nuovo farmaco e venderlo a prezzo maggiorato senza temere la concorrenza.
A parte ogni commento sull'industria farmaceutica americana, e in generale sul diritto alla salute negli USA, sono rabbrividita per la traduzione dell'inglese "patent" e derivati.
Come ogni buon traduttore dovrebbe sapere, in italiano "patent" si traduce brevetto, poiché patente ha altri significati.

Cito dal vocabolario (Garzanti):

1 concessione o licenza rilasciata dall'autorità competente che abilita all'esercizio di un'attività o di una professione; in partic., il documento rilasciato a chi ha superato gli esami di guida e con il quale si è autorizzati a condurre autoveicoli: prendere, conseguire la patente; rinnovare la patente | patente sanitaria, (mar.) documento da cui risultano le idonee condizioni sanitarie della nave e dell'equipaggio
2 (fig. scherz.) riconoscimento pubblico di qualità negative; qualifica: dare a uno la patente di bugiardo.

Di brevetto sui farmaci - e dalle conseguenze che ne derivano nei paesi non occidentali - si parla molto, non c'è bisogno di essere medici per sapere che *in italiano corretto* non si dice patentare ma brevettare.

Ma a i traduttori dei dialoghi chi l'ha data la patente?

biblioteca

2. Se in carcere aprono un centro commerciale

Serie televisiva CSI Miami.

Si parla di un imputato (ex galeotto) che decide di autodifendersi rinunciando all'avvocato, perché in carcere ha passato 3 anni alla "libreria giuridica".
Ora, a meno che all'interno dei penitenziari statunitensi non abbiano aperto negozi specializzati come le librerie giuridiche (possibile?), si tratta ancora una volta di una pedestre traduzione di library.
Che library in italiano si traduca con biblioteca lo sanno anche i bambini al primo corso d'inglese, è fra quelle cose che s'impara subito dopo la frase "the pen is on the table".
E che in un carcere ci sia una biblioteca (specializzata in testi giuridici) è cosa abbastanza normale. E non c'è bisogno di essere ex galeotti per saperlo.

Viene il dubbio che non usino traduttori professionisti (possibile?)