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4. Casi particolari

Infine, ecco due gruppi di parole su cui, vedrete, ci sarà da discutere.
Il primo, infatti è costituito da parole che è possibile pronunciare in due modi, uno dei quali, però, è assolutamente sconsigliabile.

  • Constàto (voce del verbo constatare – alcuni vocabolari accettano anche “cònstato”, ma la prima pronuncia a venir indicata, e quindi la più corretta, è quella piana)
  • Ìntimo (voce del verbo intimare). Sicuramente meglio l’accento ritratto, all’italiana, piuttosto che “intìmo” alla latina.
  • Sepàro (voce del verbo separare). Anche qui sicuramente meglio l’accentazione all’italiana piuttosto che quella alla latina: “sèparo”.

Il secondo, invece, è formato da parole che è quasi impossibile pronunciare correttamente. Si tratta di parole che, per ragioni etimologiche, dovrebbero essere pronunciate in un determinato modo ma che l’uso, anche delle persone colte, ha accentato diversamente. In questo caso l’uso prevale ed è sensato, a meno di farsi guardare sempre con un par d’occhi così, pronunciarle secondo l’uso,

  • Àbrogo, àbroghi (pronuncia esatta) – Abrògo – abròghi (pronuncia corrente)
  • Còrreo (pronuncia esatta) – corrèo (pronuncia corrente)
  • Lùbrico (pronuncia esatta) – lubrìco (pronuncia corrente)
  • Seròtino (pronuncia esatta) – serotìno (pronuncia corrente)